ATTENZIONE

ATTENZIONE: i racconti sottostanti potrebbero contenere un sacco di parolacce

Un lavoraccio

Faccio un lavoro di merda , certamente non sono l'unico a fare un lavoro di merda, il mio però è un lavoro particolarmente di merda.
Sono un cacciatore di mostri, uno di quelli regolari eh, io sono un dipendente del ministero degli interni, seguo regole di ingaggio ben precise e riconosciute a livello internazionale, non effettuo mai le esecuzioni in luoghi pubblici, tranne che in caso di estremo pericolo, non effettuo mai le esecuzioni se ci sono dei testimoni in giro, non sono mica un free lance del cazzo io. Nel mio ambiente godo di una certa stima, sono uno di quelli in gamba, per intenderci. Non ho mai sbagliato bersaglio, sono scrupoloso, non voglio commettere errori. A dire il vero ho sbagliato anch'io, ma solo una volta, tanto tempo fa. Ho giustiziato un idraulico di Cormano scambiandolo per un licantropo turco che era stato segnalato più volte in quella zona. Erano proprio molto simili e poi l'idraulico quando mi ha visto si è messo a scappare, così ho preso un abbaglio ed ho commesso quel terribile errore. Per pura combinazione l'idraulico di Cormano si trombava la mia donna dell'epoca, ma l'incidente è stato del tutto casuale, ve l'assicuro, tant'è che me la sono cavato solo con due mesi di sospensione dal servizio di caccia.
A differenza di adesso, quando ero giovane, un sacco di anni fa, mi divertivo parecchio a dare la caccia ai mostri. Mi piaceva lavorare di notte, bazzicare locali malfamati, bere, fumare e rincasare all'alba. Ma sopratutto mi divertivo ad ammazzare zombi, licantropi e vampiri. Quando ero giovane facevo tutto con grande passione, avevo due artigiani in zona navigli che mi preparavano dei paletti di frassino personalizzati che utilizzavo per i vampiri, un altro in zona porta romana che mi fabbricava le pallottole d'argento col mio monogramma che utilizzavo per i licantropi ed avevo una stupenda collezione di armi da taglio esotiche per decapitare gli zombi.
Poi, col passare del tempo, ho cominciato a perdere interesse per la professione, ho cominciato ad utilizzare un fucile a canne mozze indipendentemente dal tipo di preda, tanto ho visto che anche i vampiri ed i licantropi muoiono quando gli fai esplodere la testa con una fucilata da distanza ravvicinata. Col passare degli anni ho cominciato a manifestare anche una certa insofferenza nei confronti della vita notturna, i locali mi sembrano sempre troppo rumorosi, sempre frequentati da sbarbatelli del cazzo, che si annoiano, che si ubriacano, che ascoltano e suonano musica di merda. Io non posso neanche più bere, il medico me l'ha proibito per via delle transaminasi, dei trigliceridi e di qualcos'altro che adesso non mi ricordo bene. Poi c'è da dire che mi viene sonno presto, verso le due faccio già fatica a tenere gli occhi aperti e non vedo l'ora di andare a dormire.
Poi questi mostri hanno cominciato a farmi pena, in fin dei conti sono solo dei poveri sfigati, malati, spaventati, disadattati, insomma, sono degli esseri che fanno compassione.
Non mi sento più l'eroe che lotta contro le forze del male per difendere la razza umana. Mi sento solo l'arido giustiziere di una razza malata in via di estinzione.
Però non so fare nessun altro lavoro, non ho alternative, ho una famiglia da mantenere, mi tocca solo aspettare la pensione. Se non ci fosse stata l'ultima riforma del sistema pensionistico mi sarei potuto togliere dal cazzo la prossima estate, invece sono obbligato ad aspettare ancora qualche secolo o giù di lì.
Qualche secolo di attesa facendo un lavoro di merda.
Basta! Stasera non ce la faccio più, ho caldo, ho sonno, mi fa male la schiena ed ne ho anche le palle piene di seguire per locali alla moda questo vampiro che si diletta a fare il parrucchiere a Buccinasco.
Basta, me ne vado a casa, mi sono proprio rotto il cazzo. Esco, è l'una e venti, qua fuori c'è un venticello assai piacevole, mi dirigo verso l'auto che ho parcheggiato qui vicino. Appoggiati alla mia macchina ci sono tre ragazzotti che chiacchierano, ognuno con la propria bottiglietta di birra in mano. Apro la macchina ma i tipi non si spostano.
"Scusate ragazzi, gentilmente, vi spostate dalla macchia che così me ne vado?"
"Hai premura nonno" dice il tipo più grasso dei tre.
"Sono stanco e vorrei andare a dormire, per cui vi chiedo gentilmente di spostarvi" dico in un tono che in realtà è poco gentile.
"Avete sentito il nonno? Vuole che ci spostiamo" dice sempre il tipo più grasso. Gli altri due sghignazzano divertiti.
"Ragazzi toglietevi dai coglioni velocemente, vi conviene"
"Nonno, stai tranquillo, alla tua età non ti devi agitare" dice il solito tipo, quello più grasso, che estrae un coltello e comincia a rigare la fiancata della mia automobile. Gli altri due sghignazzano.
"Testa di minchia, sai qual'è la tua sfiga? Che assomigli un casino ad un parrucchiere di Buccinasco" Poi gli sparo in testa. Gli altri due non sghignazzano più.

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